Nel Lazio solo 45 iniziative nel primo semestre di quest’anno. Ma imparare le manovre antisoffocamento non è obbligatorio. «La decisione – spiega Piera Chenet, che dirige uno dei primi asili privati che ha ospitato i corsi, il Baby’s Planet- oggi è delegata al direttore dell’istituto».

Ricordate la tragedia del bambino di 3 anni morto a marzo, dopo essere stato soffocato da un boccone di hot dog al centro commerciale dell’Ikea Porte di Roma?
Purtroppo, anche secondo i magistrati, poteva essere salvato e sono stati i 20 minuti di panico, in cui nessuno sapeva come soccorrerlo, ad uccidere il piccolo Francesco Parroni.
É solo l’ultimo caso, perchè una delle problematiche più diffuse tra i bimbi sotto i 4 anni è proprio rappresentata dai principi di soffocamento, per l’ostruzione in gola di cibo o altri corpi estranei.
E secondo l’Istat il 27 per cento delle morti definite «accidentali» sono da ricondursi appunto ad episodi come questo.
La Croce Rossa italiana offre gratuitamente dei corsi di disostruzione pediatrica, che in due ore mostrano quali manovre fare per salvare un bambino da un principio di soffocamento, ma purtroppo sono pochissimi gli asili e le scuole materne, sia pubblici che privati, che decidono di seguirli.
Forse l’impressione della morte di Francesco, che ha avuto rilevanza sui mass media, comincia però ad aprire una breccia nel muro dell’ignoranza sull’importanza della prevenzione in questi casi.
Il Comune di Roma ha lanciato il progetto «Asili sicuri» per ridurre al massimo questo genere di problemi, ma solo con 8 incontri almeno per il 2014.
La Cri ha programmato nel Lazio, nel primo semestre di quest’anno, solo 45 corsi salvavita pediatrica, teorici e pratici, per insegnare le manovre più aggiornate come quella di Heimlich anche con esercitazioni su manichini. Questo, nell’ambito del progetto di educazione sanitaria «Tuteliamo e proteggiamo la salute e la vita» nel quale è impegnata con le sue strutture di volontariato.
«Il problema – spiega la dottoressa Piera Chenet, che dirige l’asilo privato Baby’s Planet, nel quartiere Talenti della capitale- è che oggi la decisione sull’ opportunità o meno di organizzare i corsi è delegata al direttore dell’istituto, sia che si tratti di età scolare che prescolare. Penso che dovrebbe invece essere obbligatorio almeno un corso l’anno per genitori,nonni e personale coinvolto».
Se le strutture pubbliche che aderiscono a questo progetto di prevenzione sono poche, ancor di meno sono quelle private che a Roma hanno aderito al progetto.
L’asilo bilingue Baby’s planet è stato uno dei primi a dare l’esempio e in questo mese di maggio ha già organizzato al suo interno le lezioni teoriche e pratiche tenute da istruttori della Cri, rivolte ai genitori dei piccoli ospiti ed aperte a tutti gli interessati .
Non è solo il cibo a trasformarsi in killer per i bambini , gli oggetti pericolosi sono molti, dalle monetine alle pile per telecomandi, a parti di giocattoli di dimensioni minuscole: d’altro canto, i più piccoli iniziano l’esplorazione del mondo esterno anche con la bocca e per questo sono i più esposti.
Molte famiglie si trovano a fronteggiare tragedie connesse al soffocamento e la cosa più grave è che tante potrebbero essere evitate se si fosse a conoscenza delle basilari manovre di disostruzione da effettuarsi rapidamente.
Chi è presente all’incidente dovrebbe , infatti, evitare il panico ed essere in grado di fronteggiare con tempestività un’emergenza, senza aspettare l’arrivo dei soccorsi.
«Siamo convinti – spiega la dottoressa Chenet- che queste iniziative siano un dovere per tutte le strutture che si occupano della prima infanzia, indipendentemente dall’essere pubbliche o private. E’ evidente che la cultura delle manovre salvavita fa molta fatica ad affermarsi nel nostro Paese , e se la morte di un bimbo è già un fatto drammatico diventa assurdo quando la concausa è l’incapacità di agire con semplici tecniche alla portata di tutti. La diffusione delle linee guida sulla disostruzione pediatrica e sulle manovre accessorie unitamente alle informazioni sulla rianimazione cardiopolmonare pediatrica ad esse collegate dovrebbe essere un obbligo soprattutto tra i “laici”, come le maestre, le baby sitter e i genitori, i nonni e chiunque si trovi a contatto con i bambini».
A maggio 10 corsi salvavita sono stati organizzati dalla Croce Rossa nel Lazio, solo 4 a Roma e gli altri nei dintorni, a Monterotondo, Ciampino, Manziana, Sant’Angelo romano, Aprilia, Amaseno. C’è da sperare che la lista si allunghi molto.

 
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